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Immagine del redattoreMargherita Pogliani

Alla vigilia

Amo la vigilia, da sempre. Oggi voglio dedicarle questo Natale: brindo alla vigilia.

C'è qualcosa di magico nel modo in cui il tempo si sospende, come cristallizzato in una bolla di luce. Le ore si dilatano, i minuti si fanno preziosi, ogni istante brilla di possibilità infinite. Ricordiamo:


"Il Natale non è solo un giorno, non è una stagione, è uno stato d'animo. Siete disposti a riconoscere che probabilmente l’unica buona ragione della vostra esistenza non è quello che otterrete dalla vita, ma quello che darete alla vita? Siete disposti a chiudere il vostro libro di lamentele contro la gestione dell’universo e cercare intorno a voi un posto dove poter seminare qualche seme di felicità.

Siete disposti a fare queste cose anche solo per un giorno? Allora potete tenere vivo il Natale."

(Henry Van Dyke)


La vigilia è proprio questo stato d'animo che vorrei conservare tutto l'anno. È il tempo sacro degli auguri sinceri, quelli scritti con cura, pensati con il cuore, levigati come pietre preziose fino a trovare le parole giuste, quelle che vanno oltre ogni retorica. È quando ci concediamo il lusso di fermarci, di respirare la magia, di credere che tutto sia possibile.

Nella cucina di casa, i rituali si ripetono come una danza antica. Il paté della mia nonna prende forma, la gelatina al Marsala lo avvolge come un abbraccio profumato, custodendo sapori e ricordi. Mio papà, paziente artista della sua mitica tacchina, disossa e farcisce con la precisione di chi sa che ogni gesto d'amore conta. Ed io, come da tradizione, lo chiamo per distrarlo, cercando di carpire segreti che già mi illudo di conoscere.

Mia mamma crea la sua leggendaria insalata russa, mentre con una maionese che non è mai "impazzita" ma fa impazzire con il suo sapore così famigliare. Già pregusto il dito furtivo nella crema al mascarpone di mia sorella, tentazione irresistibile, come il croccante di mia cognata che seduce anche quando pensi di non poter ingerire più nemmeno un uovo di caviale.


Ah, la vigilia... Ripenso a quella vigilia di oltre vent'anni fa, e il cuore si gonfia di gratitudine. Milano era avvolta nella neve, insolito, quasi magico. Noi due rintanati in macchina, gli occhi a forma di cuore, l'amore nuovo che rendeva tutto possibile. La busta blu di Guido, le sue parole che ancora oggi mi emozionano: "Non so se potremo mai avere dei figli o creare una famiglia, ma questa è la promessa di esserci." Dentro quella busta c'era più un regalo: un'adozione a distanza. Era la fiducia nel domani, la certezza che l'amore può prendere mille forme diverse. Quella bimba indiana è cresciuta nel nostro cuore, mentre la vita ci sorprendeva con il dono più inaspettato: tre creature meravigliose, i nostri gemelli, la prova vivente che i miracoli esistono quando hai il coraggio di crederci.


Come diceva ancora Van Dyke: "Il Natale significa radunare intorno a noi la nostra famiglia e ricordare tutte le altre famiglie del mondo." E in questa giornata blu straordinaria, con i miei tre figli accanto, sento che ogni assenza è trasformata in presenza, ogni mancanza in pienezza, ogni dolore in gratitudine.

È questo il dono più prezioso che ci hai fatto: la fiducia. Fiducia in noi stessi, nel potere di fare del bene, nella possibilità di rinascere ogni giorno. Non solo a Natale, non solo alla vigilia, ma sempre. Mattone su mattone, giorno per giorno, come dicevi tu. Nessuna eternità, solo attimi da vivere con pienezza, solo giorni da trasformare in vigilie di qualcosa di meraviglioso.

E allora, che ogni giorno sia preparazione. Che ogni giorno sia dolce attesa. Che ogni giorno sia possibilità di rinascere. Che ogni giorno porti con sé la magia della vigilia.

Perché la meraviglia più grande è proprio questa: credere in noi stessi, nella nostra capacità di rinnovarci, di sorprenderci, di essere migliori. Come le luci che brillano ovunque, i profumi che riempiono la casa, l'attesa che rende tutto più prezioso.



Auguro a tutti giorni gentili come la fiducia. Serate sospese come fiocchi di neve. Risvegli carichi di possibilità. E la capacità di vedere la magia nel quotidiano.

Perché, come diceva Dickens, "Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di conservarlo tutto l'anno." E cosa è il Natale se non la fiducia che dopo ogni notte viene l'alba, dopo ogni inverno la primavera, dopo ogni fine un nuovo inizio? Banale? Sicuramente, ma penso sia giunto il tempo di tornare agli essenziali e investire nel potenziale che ci illumina il cuore.

Buona vita, amici miei. Buona vigilia, oggi e sempre. Buona rinascita, ogni singolo giorno.

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